●Il termine BRONCHIETTASIE significa dilatazione delle vie aeree; si verificano in modo non uniforme a causa dei processi di cicatrizzazione e sono solitamente associate con l’ispessimento della mucosa, la formazione di tappi di muco e la presenza di gradi variabili di iperinflazione. Le bronchiectasie si associano a una serie di malattie, sia comuni che rare, alcune delle quali interessano la funzione di detersione svolta dalle ciglia e l’immunità.
La rimozione del muco e i meccanismi di difesa locali contro i microorganismi sono decisamente importanti nel mantenere i polmoni liberi da infezioni. Quando sono compromesse, le infezioni, che si ripetono, provocano danni che ulteriormente diminuiscono l’azione di detersione nei confronti del muco.
● Il circolo vizioso dell’infezione e dell’infiammazione nelle BRONCHIETTASIE che conduce alla malattia polmonare progressiva.
▪Infezione del Tratto Respiratorio;
▪Infiammazione Bronchiale;
▪Danno del Tratto Respiratorio che Incrementa l'Infezione del Tratto Respiratorio;
▪Malattia Polmonare Progressiva.
La VITAMINA D sembra essere un buon predittore di severità clinica e radiografica nelle BRONCHIETTASIE.
Questo il responso di uno studio italiano, recentemente pubblicato su Respiratory Medicine, che individua nei livelli circolanti di VITAMINA D un possibile nuovo marker a disposizione per saggiare la gravità di questa condizione.
Le BRONCHIETTASIE, come è noto, rappresentano un’affezione polmonare caratterizzata da una dilatazione delle vie aeree respiratorie polmonari, i bronchi.
Questi, una volta dilatati, promuovono l’accumulo di muco e l’insorgenza di fenomeni infiammatori, che sono causa di infezioni e portano a insufficienza polmonare. Per quanto le BRONCHIETTASIE colpiscano negli Usa, in età adulta, 139 individui su 100.000, tale condizione rappresenta un problema sanitario non trascurabile in ragione della mortalità e delle complicanze serie associate.
La VITAMINA D rappresenta un fattore chiave coinvolto nell’infiammazione e delle risposte del sistema immunitario dell’ospite. È su questi presupposti che i ricercatori hanno voluto verificare se una condizione di DEFICIT VITAMINICO D potesse rappresentare un fattore coinvolto nella determinazione della severità clinica di malattia.
I ricercatori hanno preso in esame 57 pazienti – 17 di sesso maschile e 40 di sesso femminile, aventi un’età media di 60 anni – seguiti in ambulatorio tra la fine di ottobre del 2017 e il mese di marzo del 2018. Questi sono stati sottoposti a prelievo ematico per la determinazione dei livelli circolanti di VITAMINA D 25(OH) e a valutazione della severità di malattia mediante impiego del BSI (Bronchiectasis Severity Index: un indice che usa una combinazione di informazioni cliniche, radiografiche e microbiologiche). La severità di malattia è stata valutata anche mediante tomografia computerizzata a risoluzione elevata, utilizzando il punteggio Bhalla (Punteggio standardizzato che misura la gravità delle BRONCHIETTASIE, la loro estensione, la presenza di addensamenti, l’estensione degli zaffi di muco e l’ispessimento peribronchiale). Come valore di cut-off di VITAMINA D, è stato utilizzato (deficit vitaminico D: <20 ng/ml; sufficienza: livelli uguali o maggiori a 20ng/ml). Considerando tutti i pazienti dello studio, il valor medio di BSI era pari a 7,5, mentre quello medio Bhalla era pari a 16 (su un massimo di 25 punti). I pazienti considerati affetti da DEFICIT VITAMINICO D avevano livelli medi si 25(OH)D pari a 17,3 ng/ml, rappresentando il 64% della popolazione in studio. Solo un 7% di pazienti presentava livelli di VITAMINA D nella norma, con valori superiori a 30 mg/ml. Risultati principali e implicazioni dello studio. I ricercatori hanno osservato che livelli più bassi di VITAMINA D in circolo corrispondevano a punteggi BSI e Bhalla più elevati. Nessun altro marker di infiammazione è stato in grado
di documentare un’associazione così robusta. I pazienti con DEFICIT VITAMINICO D hanno sperimentato anche episodi più frequenti di peggioramento della sintomatologia respiratoria (riacutizzazioni respiratorie) e della funzione respiratoria, come documentato dall’osservazione di valori più bassi di FEV1.
“GLI AUTORI DELLO STUDIO HANNO ASSERITO CHE LA VITAMINA D rappresenta un buon predittore di severità clinica e radiografica di questa condizione”.
Bibliografia
Ferri S et al. Vitamin D and disease severity in bronchiectasis. Respiratory Medicine 2019;
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Dr. Stefano Gervasi
LAUREA IN MEDICINA E CHIRURGIA,
SPECIALISTA E MD PhD IN MEDICINA NUCLEARE,
MASTER IN DIETOLOGIA E NUTRIZIONE,
MASTER IN CARDIOLOGIA,
FISIONUTRIZIONE E MEDICINA ANTIAGING,
HEALTH PROFESSIONAL FOR CELLULAR MEDICINE,
CONSULENTE TERAPIE ONCOLOGICHE INTEGRATE,
ESPERTO IN CRONOBIOLOGIA